Gian Lorenzo Bernini

Gian Lorenzo Bernini fu esponente del Barocco e massimo interprete della Controriforma, visto quindi bene dalla Chiesa.

Fu artista a tutti gli effetti in quanto architetto, pittore, scenografo e scultore, è grande virtuoso dello scalpello. Tra il 1616 e il 1624 il Cardinale Scipione Borghese gli commissionò quattro sculture a tema biblico e mitologico: Enea e Anchise, Il ratto di Proserpina, David, Apollo e Dafne. Queste ultime ora sono nella Galleria Borghese di Roma. Il David e Apollo e Dafne rappresentano in particolar modo la ricerca di dinamismo ed espressività, caratteristica di Bernini.

 

David

Il giovane è raffigurato in un momento carico di tensione, quando sta per rilasciare la fionda. La tensione si vede ad esempio dalle labbra serrate tra i denti e dalla fronte aggrottata.

Il David è colto un attimo prima del lancio, in un moto a spirale bloccato dallo scatto fulmineo dello sguardo in direzione opposta (il “contrapposto”), verso il nemico. Questa rotazione può essere percepita solo osservando la scultura a 360°. Tuttavia è possibile coglierlo, da una certa angolazione, l’atto del lancio.

In confronto quindi ad altri autori come Michelangelo, Verrocchio e Donatello, il David di Bernini esprime azione, dinamismo.

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david di bernini

Lo stesso senso di movimento lo si ritrova in…

Apollo & Dafne

Per sfuggire ad Apollo Dafne chiese al padre Peneo aiuto. Allora quando Apollo si approcciava a Dafne lei si tramutava in un albero di alloro. La scena immortalata da Bernini è proprio questa: dalle dita delle mani e dai capelli di Dafne spuntano rami e foglie, dai piedi le radici e le gambe si trasformano in corteccia. In contrapposizione al dinamismo di lei ritroviamo Apollo con i capelli e le vesti mossi dal vento, con la sua postura su un piede solo. La sua figura è quindi pienamente barocca per il ricco chiaroscuro e la teatralità dell’azione.

Il marmo è così ben scolpito da trasformarsi in realtà, le carni morbide, i capelli setosi, in un tessuto leggero. Proprio questa capacità virtuosistica caratterizzerà la produzione artistica di Bernini.

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apollo e dafne bernini

Bernini diventò presto autore di innumerevoli ritratti scolpiti. Si dice che l’artista chiedesse ai suoi modelli di muoversi liberamente invece di stare in posa, in modo da poter cogliere le espressioni più naturali e spontanee per renderne al meglio la psicologia.

 

Baldacchino di San Pietro

Il baldacchino fu commissionato a Bernini nel 1624 da papa Urbano VIII Barberini (Bernini aveva 26 anni), anche questo è contraddistinto da dinamismo e spettacolarità. La struttura è collocata sopra l’altare maggiore della Basilica di San Pietro a segnalare il fulcro della costruzione e la tomba dell’apostolo, è alta 28,5 m (un palazzo di 9 piani) dalle forme mosse ed esuberanti.

Dell’antica tipologia paleocristiana conserva solo la pianta quadrata e la copertura superiore, trasformandola in un oggetto scultoreo di grande dinamismo.

Nonostante le imponenti dimensioni, la scelta dell’utilizzo del bronzo brunito su sfondo bianco tende a snellire la struttura. Il bronzo venne recuperato spogliando il Pantheon dalle sue decorazioni. Questo fenomeno era abbastanza comune in epoca barocca. A volte gli edifici venivano persino demoliti. Da cui il motto “Quod non fecerunt barbani, fecerunt Barberini” (Ciò che non hanno fatto i barbari l’hanno fatto i Barberini). Infatti, questi, oltre ad aver tolto le decorazioni dal Pantheon, smontarono metà del Colosseo col fine di recuperare materiale per costruire il loro palazzo.

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baldacchino di san pietro

Estasi di Santa Teresa (1647 - 1652)

L’opera di Bernini più teatrale in assoluto è l’Estasi di Santa Teresa, un gruppo scultoreo inserito nella Cappella Cornaro a Santa Maria della Vittoria a Roma. La scena raffigurata al centro è il momento della transverberazione della Santa. Il momento dell’estasi è messo in scena al centro di un’edicola barocca con marbi policromi, un piccolo boccascena sormontato dal timpano alternativamente concavo e convesso. Il corpo scompare tra le vesti mentre una luce divina piove dall’alto sui due personaggi. Questo fascio di luce, proveniente da una finestra occultata dietro il timpano convesso (il cosiddetto “lume nascosto”), viene moltiplicato e materializzato dai raggi in bronzo dorato posti dietro le due figure creando un effetto di grande suggestione.

Bernini inserisce i committenti dell’opera (il Cardinale Cornaro e i suoi familiari) ai due lati della cappella collocati dentro due palchetti teatrali simmetrici. Da qui i personaggi assistono alla scena come ad uno spettacolo recitato solo per loro. La prospettiva anamorfica della parte interna del palchetto crea un forte senso di realismo e tridimensionalità per l’illusione di profondità che riesce a creare.

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estasi di santa teresa

La Chiesa di Sant’Anna al Quirinale è uno degli edifici più rappresentativi dell’arte barocca per gli effetti di movimento e dilatazione nello spazio, per gli stucchi e per la ricchezza dei particolari decorativi.

L’uso illusionismo della prospettiva è uno degli stratagemmi con cui Bernini modifica la percezione dello spazio. Rinomata è la Scala Regia (1663-1666) nel Palazzo Apostolico del Vaticano. Tutte le superfici sono convergenti in modo da creare una prospettiva accelerata.

Le opere architettoniche di Bernini (ponti, palazzi e fontane) rappresentano la Roma seicentesca. Anche negli anni successivi Bernini verrà imitato.

 

Colonnato di San Pietro

È l’opera più grande di Bernini, situata a Roma, su richiesta di papa Alessandro VII.

L’opera ebbe una certa complessità per via dei palazzi già presenti sul lato destro che vincolavano lo spazio antistante la Basilica. Ma Bernini riuscì a risolvere il problema delimitando uno spazio regolare con un colonnato continuo che funge da filtro tra interno ed esterno.

Il colonnato, a forma ellittica, costituito da 284 colonne in 4 file radiali è collegato alla facciata della chiesa attraverso due bracci divergenti.

La conformazione trapezoidale del sagrato crea quell’effetto ottico, denominato “prospettiva rallentata” che fa apparire il prospetto sullo sfondo molto più vicino di quanto non sia veramente. Questo metodo era necessario perché l’allungamento della navata operato da Carlo Maderno non permetteva allo spettatore di vedere la cupola della Chiesa. Grazie all’illusorio avvicinamento della facciata verso la piazza, lo spettatore percepisce di essere già quasi arrivato davanti alla basilica. più la facciata è lontana, maggiore sarà la porzione di cupola visibile.

Lo schema architettonico, secondo Vitruvio, assume la proporzione del corpo umano per cui la testa coincide con la cupola e le braccia aperte alle due esedre del portico. Questo lo disse anche Lorenzo stesso ad Alessandro VII. La visione sarebbe poi dovuta avvenire fuori asse grazie ad un terzo braccio di chiusura. Questo braccio non fu edificato e nel 1937 con la demolizione della “spina dei Borghi” da parte di Mussolini si creò una visuale assiale lontana dalla concezione dinamica di Bernini.

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colonnato di san pietro bernini
Gian Lorenzo Bernini