Vivere nei palazzi dei principi
I PALAZZI PRINCIPESCHI DEL RINASCIMENTO
Nei loro palazzi, i principi si concedevano tutte le comodità che i tempi potevano offrire: le stanze erano riscaldate da ampi camini, l'acqua saliva ai vari piani grazie a speciali congegni, i bagni avevano rivestimenti di marmo. In ogni palazzo c'erano saloni, adorni di arazzi tappezzerie, affreschi e specchi; c'era lo studiolo, un piccolo ambiente tranquillo in cui il principe era solito studiare e meditare; c'era la ricca biblioteca costantemente rifornita di manoscritti preziosi.
Il lusso era d'obbligo, Perché i principi dovevano dar mostra di tutta la loro ricchezza. Perciò il vasellame da tavola, i candelabri, La scacchiera per il gioco, i calamai dello studio erano lavorati in cristallo e metalli preziosi e perfino il vaso da notte era fuso in argento.
LA MUSICA RINASCIMENTALE
Eseguito da un attore o da più attori con accompagnamento di uno strumento, era già presente nel teatro greco. Il canto a più voci che eseguono melodie differenti ebbe un grande sviluppo nell'Italia rinascimentale, dove gli scambi fra musicisti che passavano da una corte alla all'altra favorirono il rinnovamento degli stili musicali.
Un’opera polifonica del compositore Pierluigi da Palestrina, la messa di papa Marcello, conquistò lo stesso Pontefice per la sua austera bellezza e il profondo sentimento religioso a cui si ispirava. Oltre alle messe, Palestrina si dedicò anche alla musica profana e compose eleganti Madrigali un genere polifonico vocale di argomento amoroso morale o politico.
IL PRINCIPE È CIRCONDATO DA ARTISTI E SAGGI CONSIGLIERI
Nel suo palazzo il principe viveva circondato da un'immensa corte, formata da centinaia, a volte di migliaia di persone: familiari, parenti, funzionari, servitori, musicisti.
Da grande Mecenate, egli ospitava nella sua casa artisti e letterati ad essi Lo ricompensavano esaltandolo nelle loro opere. Gli unanisti lo consigliavano e collaboravano con lui nel governo dello Stato: molti lavoravano nelle cancellerie, dove c'era bisogno di uomini colti per scrivere in buon latino i documenti ufficiali.
In ogni Corte c'era un astrologo, adetto a scrivere oroscopi e a consultare gli astri per leggervi i paesaggi e poter consigliare il principe nelle sue decisioni. In questa epoca si credeva che le stelle esercitassero un grande influsso nelle azioni umane.
FESTE E DIVERTIMENTI NELLE CORTI E SULLE PIAZZE
Per distrarsi dalle responsabilità di governo non mancano al principe feste divertimenti. Accorte ogni occasione è buona per allestire Grandiosi banchetti che possono durare anche giornate intere. Poiché il principe teme di essere avvelenato un suo servitore assaggia prima di lui i cibi che gli sono destinati si usa un solo piatto ogni due commensali e si gettano i resti del cibo sotto il tavolo, ma comincia a diffondersi l'uso della forchetta per chi affonda le dita nella salsa per servirsi di carne è considerato grossolano.
Vengono organizzate tornei e giostre, che ormai sono solo un prestito per far sfoggio di bei cavalli e di belle armi punto uno dei passatempi più diffusi e la caccia. Ai Principi piace la caccia con il Falcone o con i cani. In tutte le corti si allevano cani: alcuni signori ne possiedono decine.
Per sfuggire alla noia delle lunghe serate invernali si gioca a scacchi, a carte, a dadi, a tarocchi. I principi fanno a gara per procurarsi tarocchi artistici a cui lavoravano i migliori miniaturisti dell'epoca.
Nei palazzi come nelle strade si gioca d'azzardo, intendo forti somme: Ferdinando di Aragona, Re di perde al gioco, in una sola serata, un intero Feudo. Dappertutto si gioca a palla e alcuni palazzi principeschi hanno sale attrezzate esclusivamente per questo gioco punto a Firenze si gioca a calcio ma più con i pugni che con i piedi.
Per carnevale artisti famosi allestiscono i cani mascherati o trionfi, che vengono fatti sfilare per le strade; tutti si mascherano, e protetti dalla maschera, si sentono liberi di compiere ogni scherzo e ogni violenza.
Nei giorni di festa si eseguono, nelle chiese o nei palazzi privati, le sacre rappresentazioni, che hanno per tema la vita di Cristo, della Vergine, dei Santi. Questi spettacoli diventano sempre più complessi e vengono recitati in volgare. Artisti di fama collaborano per la messa in scena. Ci sono anche spettacoli profani, soprattutto di argomento classico e mitologico, che vengono rappresentati in vari teatri, presenti ormai presso tutte le corti.
Anch'io gli avvenimenti privati dei Principi diventano occasioni per spettacoli e intrattenimenti, dalle nascite ai battesimi dai matrimoni ai funerali.
I CORTIGIANO OBBEDISCONO AL GALATEO
Coloro che vivevano a corte, i cortigiani, erano tenuti a rispettare alcune regole e a possedere determinate qualità. perfetto cortigiano deve saper maneggiare le armi, essere colto è in grado di conversare con garbo, intendersi di musica, di danza e di arte, tra buoni consigli al suo signore e mostrare in ogni cosa controllo e senso della misura.
Qualche decennio più tardi il monsignor Giovanni della Casa pubblica un libro intitolato in esso suggerisce come si ci deve comportare in ogni circostanza, rivolgendosi non soltanto al cortigiano ma ogni uomo ben educato. Ancora oggi per noi la parola galateo significa “educazione”, “buone maniere”.