La Rivoluzione Americana

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Rivoluzione americana

Nel Settecento la colonizzazione europea del Nord America  conobbe un fortissimo incremento. Tra il 1715 e il 1790 la popolazione passo da 200 mila a quasi 4 milioni di individui. Un quinto dei quali erano schiavi neri. Gli insediamenti erano concentrati sulla fascia costiera orientale, nelle tredici colonie britanniche che si erano costituite nel corso del Seicento.

Le colonie erano inserite in una rete di scambi mercantili regolati da un regime di monopolio. Le tasse e i controlli imposti dalla madre patria erano tuttavia mal tollerati e spesso aggirati con pratiche di contrabbando. Nel dicembre del 1773, in segno di protesta contro la legge sul thè, un gruppo di coloni d'America, assaltò una nave della compagnia delle indie orientali ancorata nel porto di Boston, rovesciando in mare il suo carico. Questo atto, conosciuto come il Boston Tea Party, dette inizio alla vera e propria ribellione.

Nel 1774 le colonie, riunite nel primo Congresso continentale, confermarono la fedeltà alla corona britannica chiedendo in cambio una maggiore libertà economica e una più adeguata rappresentanza nel Parlamento di Londra. In seguito al rifiuto di re Giorgio III, le posizioni indipendentiste prevalsero su quelle lealiste. Il 4 luglio 1776 il progresso continentale proclamò la Dichiarazione d'Indipendenza. Redatta da cinque rappresentanti delle colonie tra cui Thomas Jefferson e Benjamin Franklin, la Dichiarazione d'Indipendenza, si fondava sui principi politici e civili dell'Illuminismo, sulla sovranità popolare e sulla difesa dei diritti inalienabili dell'uomo. Vi si affermava anche il diritto alla ricerca della felicità e quello di opporsi e resistere al governo che non rispettava i principi stabiliti dal popolo. A partire dall'estate del 1776, la Gran Bretagna lanciò una grande offensiva contro i ribelli, giungendo a controllare in breve tempo le principali città nordamericane. Nel settembre del 1777 gli inglesi presero Philadelphia, sede del congresso che fu però riconquistata dalle truppe di George Washington dopo la battaglia di Saratoga. 

Nel 1781, con l'assedio e la presa di York Town, il conflitto si concluse con la vittoria delle colonie. Due anni dopo, a Versailles, la Gran Bretagna riconobbe l'indipendenza degli Stati Uniti d'America. Dopo l'indipendenza si sviluppo un acceso dibattito sull'organizzazione del nuovo stato. Si affermarono le posizioni dei federalisti che prevedevano un forte governo centrale e un Parlamento composto da due camere, il Congresso e il Senato.

Quella americana non fu una rivoluzione soltanto politica, ma anche sociale che segnò l'inizio di una nuova fase storica, nella quale si delinearono la prima forma di governo democratico e un nuovo tipo di società.

Il principio dell'uguaglianza dei diritti non venne inizialmente esteso né alle donne, né agli schiavi neri, né ai nativi americani. Questi ultimi vennero anzi sterminati nel corso della conquista del West, avviata subito dopo l'indipendenza.