Nella seconda metà del Settecento la Francia era bloccata nel sistema dell'ancien regime e, seppur fossero arrivate le idee illuministe anche qui, il re non aveva fatto nessuna riforma e la Francia era ancora una monarchia assoluta.
La Francia era afflitta da una grandissima crisi economica e da continue rivolte. Il duro conflitto tra gli ordini sociali che ne seguì porto alla fame il popolo e costrinse re Luigi XVI, nel 1788, a convocare gli Stati generali (quindi clero, nobiltà e terzo stato). Con il sistema dell'ancien regime le tasse le pagava solo il terzo stato, all'assemblea quest'ultimo propone che tutti paghino le tasse, così da risolvere il problema della povertà, ma clero e nobiltà non sono d'accordo.
Bisogna quindi votare, ma il terzo stato è numericamente inferiore al clero e alla nobiltà e quindi vuole votare per testa (un voto a ciascuno) così avrebbe vinto. Il clero e la nobiltà volevano votare per ordine, così due a uno avrebbero vinto. Il re scioglie gli Stati generali ma il terzo stato non si arrende e, riunendosi nella sala della pallacorda, si autoproclama Assemblea Nazionale Costituente, con l'obbiettivo di dare al paese una Costituzione. Il re fu perciò costretto a ordinare alla nobiltà e al clero di unirsi al terzo stato in una vera e propria Assemblea costituente. Ma, alla notizia che il re intendeva sciogliere la nuova assemblea, il 14 luglio 1789, centinaia di parigini espugnarono la fortezza della Bastiglia e la rivolta si diffuse rapidamente nelle campagne e in altre città della Francia. Per porre un freno al disordine, il 4 agosto 1789, l'Assemblea costituente decretò la soppressione dei diritti feudali.
Fu poi approvata la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, che affermò l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. Poi vengono confiscti e messi in vendita tutti i beni e le proprietà della chiesa per fare cassa e inoltre viene scritta la Costituzione civile del clero che dice che ogni ecclesiastico deve giurare fedeltà allo Stato, chi si rifiutava di giurare veniva perseguitato.
Il re firmò i decreti solo in ottobre, assediato alla reggia di Versailles da una folla armata di picchi e di bastoni. Ma era ormai tardi per fermare il fermento rivoluzionario, a Parigi e in tutto il paese si fusero associazioni politiche radicali tra cui i sanculotti, i giacobini e i cordiglieri.
Nel giugno 1791, il re cercò di fuggire all'estero ma fu fermato a Varènnes. La crisi politica si aggravò quando nel luglio seguente, la guardia nazionale fece folla al Campo di Marte, provocando un massacro.
Il 3 settembre 1791 la Francia diventò ufficialmente una monarchia costituzionale. Il re viene affiancato da una assemblea legislativa, cioè un Parlamento che fa le leggi.
Crebbero intanto le tensioni con le altre potenze europee e nell'aprile 1792, la Francia dichiarò guerra all'Austria perché l'imperatore d'Austria, che era il padre della regina di Francia, aveva minacciato di attaccare la Francia per porre fine alla rivoluzione.
Con lo scoppio della rivoluzione la povertà era aumentata così il 10 agosto 1792 una folla di poveri detti sanculotti, cappeggiati da Danton, assaltò il palazzo delle Tuileries, chiedendo la deposizione del re. Proclamarono un nuovo governo, la Comune insurrezionale, il re venne arrestato e venne eletta la Convenzione nazionale, un nuovo Parlamento che prendesse il posto dell'Assemblea Legislativa, che venne eletto a suffragio universale. Il re venne arrestato. Il 21 settembre fu proclamata la repubblica.
Agli inizi del 1793, la decapitazione di Luigi XVI provocò l'immediata reazione delle monarchie europee che si coalizzarono contro la Francia rivoluzionaria. Alla guerra si aggiunse la rivolta della Vandea, fomentata dai monarchici e dal clero.
Nell'estate del 1793 il potere passò al comitato di salute pubblica il quale, con Robespierre, Saint-Just e Couthon, impose al paese una dittatura. Iniziò la stagione del 'Terrore', Robespierre diede inizio a un tribunale rivoluzionario che condanna a morte, anche con la ghigliottina, chiunque sospettato di essere contro la rivoluzione. Inoltre, tutte le rivolte anti-rivoluzione sparse nella Francia vennero represse nel sangue.
Il 27 luglio 1794 la Convenzione attuò un colpo di stato contro Robespierre, che venne ghigliottinato senza alcun processo. Nell'agosto 1795 fu emanata una terza Costituzione. Viene reintrodotto il suffragio censitario cioè che votano solo i cittadini più ricchi. Il potere esecutivo fu affidato a un direttorio, che represse con la forza sia le ribellioni popolari sia il manifesto malcontento di giacobini e realisti. Le forze reazionario e filo-monarchiche scatenarono in seguito una violenta repressione contro giacobini e sanculotti, definita 'Terrore bianco '.
Il 9 novembre 1799, con un colpo di stato, si aprì la fase del Consolato. La nuova Costituzione affidò un potere al Primo console Napoleone Bonaparte. Erano state gettate le basi dell'impero.