I moti insurrezionali e il Quarantotto

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moti insurrezionali e Quarantotto

Le potenze riunite nel congresso di Vienna non avevano tenuto conto dei cambiamenti profondi e irreversibile determinati dalla rivoluzione francese nella società europea, che non si rispecchiava più nell’anacronistico sistema dell’antico regime.

Accanto all’esigenza di una costituzione che riconoscesse i diritti del cittadino e limitasse il potere dei governanti, era infatti cresciuto un nuovo sentimento, quello nazionale. L’ordine deciso a Vienna fu messo in discussione in un primo momento da due ondate di insurrezioni, la prima nel 1820-21 e la seconda nel 1830-31. Queste rivendicazioni avevano come obbiettivo quello di ottenere una Costituzione e, in alcuni casi, l’indipendenza dei paesi.

Se anche la maggior parte di questi moti fu duramente repressa, il sistema politico e l’equilibrio diplomatico stabiliti al congresso di Vienna ne risultarono profondamente minati.

Nel 1848, le istanze riemerse durante il trentennio della restaurazione sfociarono nella cosiddetta “Primavera dei popoli”, un ondata rivoluzionaria che investì l’Europa e che segnò una nuova e fondamentale svolta nella storia del vecchio continente.

La rivoluzione, partita da Palermo, investì l’intera società europea, ponendo fine all’età della Restaurazione e dando vita a nuove aspettative, tanto di ordine politico e costituzionale quanto di carattere sociale. In Francia, il principale epicentro rivoluzionario, si manifestò per la prima volta distintamente il conflitto tra borghesia e proletariato.

Gli operai, tra i quali si andava diffondendo la dottrina socialista, furono i protagonisti della rivolta francese e tra gli aristocratici e i borghesi cominciò a diffondersi la paura del “pericolo rosso”.

Dopo l’abbattimento della monarchia e la nascita della seconda repubblica, le forze conservatrici si riorganizzarono e scatenarono una violenta offensiva contro i rivoluzionari.

I rivolgimenti si spostarono in Belgio e in Germania, dove gli insorti chiesero un’assemblea costituente, maggiori libertà civili e politiche e l’unità federale tra gli stati tedeschi.

Anche l’impero austriaco fu raggiunto dalla rivoluzione, che portò alla luce l’instabilità della composizione multinazionale dello stato asburgico. Scosso dai movimenti indipendentisti, l’impero austriaco sembrò sul punto di frantumarsi, riuscendo a sopravvivere solo grazie alle rivalità tra le comunità nazionali. Da allora in poi l’Austria avrebbe perso uno dopo l’altro tutti i pezzi del suo esteso dominio, a cominciare dagli stati della penisola italiana, che proprio dalle insurrezioni del Quarantotto trassero impulso per portare a compimento il processo di unificazione.